Una torta che sa di primavera. I gesti creativi e catartici della cucina, quelli consapevoli del profondo affetto che portano. Le giornate di sole, che ti impediscono di rimanere in casa, le prime senza cappotto. I riflessi caleidoscopici e ipnotici del fiume. I banchi di cespugli subacquei. Il caldo piacere della luce abbagliante.
Cara Emma, visto che già esci senza cappotto (qui da noi non ancora, e tutto ciò a Torino, ai primi di marzo sembra impossibile, e invece il clima ci ricorda che lui è cambiato e siamo noi che dobbiamo adeguarci!), anche i cespugli subacquei, a quanto pare, si adeguano e organizzano una vera e propria processione (così mi sembra: un corteo di protesta contro la stagione precoce o una sfilata festosa per l’arrivo della primavera?). Comunque le immagini, quanto mai fresche, parlano di un risveglio latente. Solo il portone in ferro ha perso il suo splendore che s’intuisce tra la ruggine (mi fa pensare a certi vecchi che si rincontrano ogni tanto e che inesorabilmente vediamo decadere).
Hai ragione a proposito del risveglio: si sente che qualcosa sta cominciando a muoversi di nuovo…